come un portafoglio perso
ritrovato dopo ore di pellegrinaggi di ferro e certezze vaganti
così mi perdo e mi ritrovo
tra cammini arsi dal caldo agostano e notti umide mai troppo buie
desideri non attesi fanno capolino tra una folla silenziosamente vociante
percorro sentieri che crollano e si rialzano in mezzo a rovi senza spine
emetto suoni seguendo note scritte su rocce che non saranno mai sabbia
assaporo l'impermanenza e me ne compiaccio
scolpisco gesti su corpi che esistono inesistenti
salpo verso un buoi luminoso
assaltando vascelli di vichinghi e danzando aritmico
ritorno senza remare
i muri sono ancora pregni di umori conosciuti
non corrotti
che aspettano di vedere voci che già conosco
mercoledì 6 agosto 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento