giovedì 29 luglio 2010

la signora dell'ultima volta

L'ultima volta che la vide
non sapeva che era l'ultima volta che la vedeva.
Perché?
Perché queste cose non si sanno mai.
Allora non fu gentile quell'ultima volta?
Sì, ma non a sufficienza
per l'eternità.

il signore nel cuore

Le era entrato nel cuore.
Passando dalla strada degli occhi e delle orecchie
le era entrato nel cuore.
E lì cosa faceva?
Stava.
Abitava il suo cuore come una casa.

martedì 13 luglio 2010

943

avvenuta la consegna
ho potuto sorseggiare in pace le mie lacrime in terrazza
mi sono spogliato di quell'attesa che ci ha cinti e sospesi
il cronigramma è stato steso e sudato
dalla torsione della città vecchia
al massaggio della casa gialla
dalla perizia online dei beni architettonici
al silenzio di roma
dalla salmodia riformata
al morso balcanico
passando per paste fredde e embarchi
abbiamo riscoperto che Adriano aveva ancora delle memorie da narrare
abbiamo tirato pian piano un filo
e abbiamo scoperto che aveva il color del fuoco
infuriato, ritroso ma sentitamente divino
andando accapo dell'anno abbiamo unito vino a vino e abbiamo cominciato a brindare imparando a non spaccare i vetri ma a farli tintinnare delicatamente
abbiamo atteso che la luce prendesse il sopravvento e che il freddo si sciogliesse nel caldo
e tra trekking mistici e cementificazioni ecologiche
ci siamo diretti verso l'origine delle cose
sfiorando la morte per gustare la vita
gli ultimi meriggi si sono diroccati e li abbiamo sorseggiati freddi
ne abbiamo fatto semola e polpette
e poi li abbiamo liberati al fresco della musica lounge
li abbiamo arrostiti
buttati sulla pista da ballo per evitare che potessimo ballare
preferendo la riflessione a mezzaluna
infine abbiamo ricomposto il regno in riva al mare
e lo abbiamo portato a ballare tra le tonache stracciate
abbiamo fatto l'assedio al colle da est e da sud
ma alla fine abbiamo deciso di lasciare che le emozioni abbaiassero
portando ad ebollizione l'olio per la frittura
infine mi sono strappato al buio di questa sera
per pesare a mano l'eredità
sono stanco e ho paura che il suo peso mi sommerga
appoggio il tutto e lascio libera la sua figura

mercoledì 7 luglio 2010

de-dica

il conosciuto anonimato della campagna e
la sconosciuto notorietà del lago
attraversata da treni in fuga
ci sussurrano
tra stradine piene di compassione
di icone sacre e metafore profane

lunedì 7 giugno 2010

pensiero

ieri
andando al mare
ho camminato per un sentiero nuovo

venerdì 4 giugno 2010

il mare e le terre emerse

se da una vedetta riuscissi a vedere
il graduale avanzamento del mare sopra terre già emerse
capiresti che
se afferrando la mia anima
ti risultasse complicato pensare
alla dignità della trasgressione
allora potresti raccontati
in endecasillabi sciolte
per attraccare e partire in esplorazione

siamo dentro un fuori che parla
una regola monastica che libera
un volo sorretto dalla bonaccia
un esperimento di un movimento conosciuto
in cui cambiano però gli ingranaggi

appunto su un foglio
un treno
in un meriggio
ordito da fili di parole

domenica 30 maggio 2010

la solitudine dei tigli in fiore

e se scoprissi che non mi appartengo più?
se avessi staccato la spina dall'interno
e la maturità avesse reso impossibile il muovermi
con quell'agilità capace di riconnettermi col pensiero delle mie emozioni?
mi stai inondando di petrarchismo mediato
e il battito della mia carne pizzicata mi chiede smarrimento e perdono
ma l'odore dei binari mi porta in un qualunque non so
dove riecheggia l'epistemologia del lago
lo stesso specchio d'acqua dove abbiamo lodato Iddio
e Lui ci ha concesso di non essere schiavi ma nemmeno amanti
di gustare l'intersecarsi dei nostri spazi
che sanno d'anima e di attesa
la voce è in silenzio e medita di palesarsi
di narrare frammenti erranti di noi
se solo le nostre orecchie saranno ferme a contemplare l'alba di quel giorno insicuro

mercoledì 7 aprile 2010

letame

sento il tuo putrido odore uscire dalle mie viscere
mi svuoto
ma tu rimani sempre lì
ad attanagliarmi i pensieri
ti cerco
non ti lasci vedere
le mie immagini non ti contengono
non sei nel mio vomito e nella mia merda
hai il cuore che pulsa
lo percepisco perchè mi batti da dentro
mi percuoti
vuoi farmi cadere
io voglio cadere
infrangermi
vedere cosa c'è dentro quella statua d'argilla
mi smascheri
ma non strapparmi il velo che mi nasconde l'anima
sarei nudo senza tristezza
piuttosto lascia che il mio letame concimi il terreno
e renda fertile questo assedio

lunedì 29 marzo 2010

pancia e sostanza

ci siamo messi a giocare al girotondo
il cortile non era quello della scuola
ma un agorà di anime in esilio in un borgo ippodameo
i nostro corpi non si toccavano
sentivo che quel circolo non si sarebbe mosso
un vento ha scosso lo stomaco
ho cominciato a vibrare
avrei voluto soffocarmi
ci ho provato
avrei voluto rispettare la mia sentenza
essere un detenuto modello
ho cominciato a girare
ho posato i miei occhi su quelle sbarre
ci ho sbattuto sopra
poi un varco
là fuori un pozzo senza catino
mi offre da bere
mi tuffo nell'acqua nera
mi disseta il gorgoglio della tua pancia
mi svuoto per accogliere, libero, il futuro

mercoledì 3 marzo 2010

le sirene

sento il richiamo di quelle voci che soavemente mi inquietano
una cetra vuole fare da contrappunto
io non riesco a suonarla
so che la sua melodia potrebbe farmi sobbalzare aprendomi all'esperienza dell'alterità
il guscio nel quale mi sono rinchiuso mi cova per farmi nascere
esploro le mie budella per trovare dei segni
riconoscono quei sassolini lasciati per riconoscere una via d'uscita ma adesso non serve che mi indichino la luce
non uscire ma entrare
sentire
appropriarmi di quel calore che è un misto di sangue e merda
accogliere ed esplorare
impastare
modellare
creare
dare un anima ai miei passi
degli occhi al mio guardare
un futuro ai miei pensieri
penetrare l'infinito
un'opportunità
la mia via

martedì 24 novembre 2009

viaggi



domenica 12 aprile 2009

deserto



una stazione affollata
fluisco tra le calli
scivolo nel silenzio del deserto
ascolto una sinfonia d'anime
che cercano gioia piena alla tua presenza
forte di te, re umiliato
corro incontro alla mia storia salvata
oggi danziamo nudi e vuoti
il treno attende il ritorno dal deserto
per portarmi dove, ancora insieme, cammineremo

mercoledì 25 marzo 2009

ahmet is my family

a bear community tribute to a gay turkish guy killed by his family

sabato 10 gennaio 2009

sabato 27 dicembre 2008

il sole ed il suo ghiaccio

rumori silenti
pervadono queste giornate
un letargo non annunciato
arrivato dal nulla di quella luce che si riflette nelle sue ombre
un sobbalzo
mi ricordo che presto arriveranno gli ospiti
oleo per bene le mie mani
per impastare gli ingredienti della festa
cerco la ricetta per non sbagliami
non la trovo
invento
creativamente e criticamente
fuori un cieco sole lotta con il suo ghiaccio
e mi ricorda che mangerò quanto preparato senza la dovuta cottura
il silenzio eleborerà e digerirà
il grasso passato si depositerà dove non vorrò
servirà tanto moto e tante emozioni per smaltirlo tutto
ma oggi non è tempo di bilanci