domenica 30 maggio 2010

la solitudine dei tigli in fiore

e se scoprissi che non mi appartengo più?
se avessi staccato la spina dall'interno
e la maturità avesse reso impossibile il muovermi
con quell'agilità capace di riconnettermi col pensiero delle mie emozioni?
mi stai inondando di petrarchismo mediato
e il battito della mia carne pizzicata mi chiede smarrimento e perdono
ma l'odore dei binari mi porta in un qualunque non so
dove riecheggia l'epistemologia del lago
lo stesso specchio d'acqua dove abbiamo lodato Iddio
e Lui ci ha concesso di non essere schiavi ma nemmeno amanti
di gustare l'intersecarsi dei nostri spazi
che sanno d'anima e di attesa
la voce è in silenzio e medita di palesarsi
di narrare frammenti erranti di noi
se solo le nostre orecchie saranno ferme a contemplare l'alba di quel giorno insicuro

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