venerdì 20 giugno 2008

martedì 17 giugno 2008

esperimenti di felicità provvisoria

" E' che le cose succedono. tu sei lì che ipotizzi la vita e la vita, intanto, ti accade"

lunedì 16 giugno 2008

laura e il bicchiere di plastica

laura ha lasciato petrarca in biblioteca e ha deciso di ballare, multietnica, dimentica del tempo che non avanza.
un bicchiere di plastica vestito a festa ci racconta di novità antiche

C'est une belle journée

domenica 15 giugno 2008

il caldo sole estivo, in inverno

e chi lo avrebbe detto che ti corichi in una fredda notte d'inverno, in estate, e ti risvegli abbracciato da un robusto sole che di colpo ti catapulta con tutti i tuoi sacri paramenti di lana in spiaggia a goderti questo inverno estivo?
psicopatologia della metereologia post moderna

sabato 14 giugno 2008

via del ponte 2, ovvero intermittenze di una notte d'inverno, in estate

in un sabato d'inverno, in estate, la socialità domestica ti porta a relazionarti con le lordure di una settimana passata a correre per riempire di stress le tue ansie.
e come si sa, lo stress ti può richiedere una decompressione capace di farti riappropriare della tua dimensione più spirituale solo attraverso la lucidatura a cera del gres porcellanato che ricopre i solai della tua dimora.
ma siccome, come un avido personaggio bulimico, il sabato mangia e dimentica, ecco che ci si appresta a ridare vita sociale alla decompressione.
mi bagno per non asciugarmi ed, esposto ad un'atmosfera elettronica, sorseggio zolle liquide e lascio pascolare sul tavolo il frutto delle terre campane mixato armonicamente con il rosso della campagna veneta.
il vento nero ci ricorda che non si può pretendere dalle cose quello che ci sembra scontato debbano darci.
e con questa consapevolezza solchiamo la vecchiaia di questa città sino a rifugiarci sul ponte, punto di collegamento tra il divertimento e la noia, tra la comunicazione ed il carosello che sancisce la fine delle trasmissioni.
si dice di algebra della lingua italiana,
si dice di piante che disegnano un giardino rifiutato dove si susseguono tumultuosamente e disarmonicamente fiori del male e margherite,
si dice di dribbling emozionali in campionati di serie C2 portati alla ribalta delle nostre cronache per l'interessamento di un editore istintuale.
la resurrezione ha un guinzaglio estensibile e chiede solo di varcare il paradiso dal quale in fretta e furia sono scappato.

con partecipazione ordinariamente straordinaria, terribile, domenicana, urlata al mik(rofono)

dai damianti non nasce niente
dal letame nascono i fiori

venerdì 13 giugno 2008

la luce delle pietre, di notte

trilli nella pancia si sostituiscono ai succhi che corrodono la poltiglia di trofie, pesto e pomodori. sinapsi in overflow che lasciano a terra esseri alati incapaci di volare. una pista tortuosa e spenta prepara un decollo dal destino incerto. connessioni senza fili e senza parametri portano messaggi tra i rovi, in un simposio di rumori silenti. la porta di comunicazione di questo buio bagliore appare come un arco di trionfo senza passaggi intermedi. di notte, la luce delle pietre schiarisce ma non chiarisce.

Don't sleep 'til the sunrise, listen to the falling rain
Don't worry about tomorrow, don't worry about your pain
Don't cry unless you're happy, don't smile unless you're blue
Never let that lonely monster take control of U

Be glad that U are free
Free to change your mind
Free to go most anywhere, anytime
Be glad that U are free
There's many a man who's not
Be glad for what U had baby, what you've got
Be glad for what you've got

mercoledì 11 giugno 2008

il bene è forte e il male è acqua storta

mi è capitato poche volte, forse mai, di leggere un libro in 2 giorni. è quello che è successo con "acqua storta", una storia oscillante tra amore e violenza in una variegata gamma di sfumature che hanno come colore di fondo la convivenza disarmonica del bene e del male, un mix esplosivo dove i due concetti continuavano a confondersi, intrecciarsi, lasciandomi frastrornato.
io non sono un critico e non me ne frega assolutamente di fare dissertazioni.
in genere le cose che leggo diventano occasioni per riflettere su cosa mi si muove dentro e su cosa mi accade attorno.
mi sono chiesto cosa sia per me il bene e il male? ne ho una qualche idea?
ma soprattuto serve porsi questo quesito?
potrei stare davanti al pc a cazzeggiare, ascoltare un po' di musica, mettermi a letto a leggere.
ed invece no, sono qui che ci voglio capire qualcosa.
sento che questi concetti mi volano sopra la testa e solo ogni tanto, come una mosca fastidiosa, mi lambiscono la mente. forse una sigaretta mi schiarirà le idee mentre guardo fuori che piove?
percepisco che il bene non ha a che fare con lo stare bene così come il male non ha a che fare con lo stare male. anzi mi sembra che alle volte lo stare male serba una dose di bene e viceversa.
da buon viscerale sento che posso solo arrivare ad una definizione "affettiva" del bene.
come prima cosa ritengo che non c'è bene se non in una logica di riconoscimento reciproco tra essere umani (io sono-tu sei); il passaggio successivo ha a che fare con i legami significativi che possono nascere da questo riconoscimento (i vincoli affettivi che così tanto ci terrorizzano a noi postmoderni); ma se questi legami possono dirsi significativi non può che esserci reciprocità, cioè un relazionarsi in modo da scambiarsi qualcosa.
ma tutto questo alla fine non porta forse a delle forme feconde di generatività?


ma perchè cavolo mi sono mai incartato in questa riflessione?
forse perchè in questi giorni sento di poter avere una possibilità "divinamente umana" di travalicarmi e andare a sondare percorsi, cammini e interazioni che, pur sempre imperfetti, mi diano la possibilità di cambiare le mie prospettive, sovvertire quelle logiche logore che mi hanno accompagnato per troppo tempo e che non mi hanno dato la possibilità di assaporare il dolce e l'amaro del bene e del male.
oggi mi ritrovo seduto a questa tavola che, pur vacillante, è sempre un buon appoggio per le pietanze che continuano ad uscire da questa operosa cucina.
unica richiesta per il cameriere: per favore, non mi porti acqua storta!


stanotte 'o mare è senza sale, è morto con un onda sola. pure l'acqua è storta, storta come certe volte è 'o bene. le onde sugli scogli stanno nervose. ma che tiene 'sto mare da stare così incazzato? che gli abbiamo fatto a questo mare?

un bicchiere di plastica, una carta di giornale sporca di merda. io sto seduto e guardo il mare rotto, con le braccia incrociate sulle ginocchia. questo è l'unico posto al mondo dove voglio stare, per dare ragione a tutto questo male.

lunedì 9 giugno 2008

assenza n° settemilaquattrocentosettantasei

settemilaquattrocentosettantasei minuti: è quanto è durata la mia assenza dal blog...mi sei mancato, ti ho pensato, ho tanto da raccontarti ma lasciami disfare le valigie colme di pensieri da mettere in ordine e a breve sono da te!
ti lascio con le parole della canzone che ha suonato incessantemente nel mio ipod durante questo mio ultimo cammino imperfetto.

Cosa restera'
di questa città
del bene del male che mi vuoi
l'uomo mangia il sole poi
per necessità
di un nuovo dolore lo rapì.

l'abitudine di non scegliere

carica di piogge,nuvole
sto cercando una via trascendibile
ed uscire da quest'ordine.

parola che diserta il cuore
risa che rimangono nell'aria
sulla terra rossa disegnami.
ora come ricordare
notti che non fanno più capire
del bene del male...attimi.

mi riprendero' ogni nome che
ho lasciato nel tuo mare
puoi chiamarmi amore mio
per necessita'
di un nuovo dolore se lo vuoi.

parola che diserta il cuore
risa che rimangono nell'aria
sulla terra rossa disegnami.
ora come ricordare
notti che non fanno più capire
del bene del male...attimi.

ora come ricordare
notti che non fanno più capire
del bene del male...Fragili.

mercoledì 4 giugno 2008

aspettativa, per favore vai via!

oggi mi sono trovato coinvolto in una situazione strana. due mie amici psicologi, alle prese con un paziente particolarmente deteriorato dal punto di vista emotivo per un cosiddetto cumulo biografico negativo (un sacco di sfighe), mi hanno proposto di partecipare (per fare numero) ad un setting terapeutico di gruppo come esperimento/ultima spiaggia per questo paziente. bene mi dico, ci mancava solo questo nei vari deliri della mia vita.
ho ascoltato molto il paziente fortemente sofferente, pieno di rabbia, ansie che raccantava tutti i suoi problemi. mi è stato subito chiaro da dove avevano origine tutte i suoi casini attuali. ma siccome non sono io il terapeuta, allora ho lasciato parlare i professionisti. questi hanno subito sottolineato una cosa. cosa? che l'origine di tutte le sofferenze attuali di quella persona risiedono in cosa? orecchie spalancate: nelle aspettative! e che palle con questi temi, mi sono detto. ma che mi state perseguitando? io sono venuto qui solo per fare numero, mica per altro! E si sono anche permessi di coinvolgermi personalmente per raccontare di una qualche situazione nella quale ho riposto troppe aspettative e in una nella quale non ho riposto delle aspettative e cercare di fare un'analisi degli esiti. è vero che gli psicologi sono matti da legare!!!
dai racconti di tutti gli incontri che questa persona ha nella sua vita è stato chiaro subito anche a me che riporre in questo modo mille attese, significati e aspettative su tutto ciò che ci capita ci fa solo stare male, alle volte maledettamente male come nel caso del "nostro" paziente, e che succede? che il mondo ti respinge...allora sai che ti dico?
meno aspettative per tutti :-)

cmq è stata veramente una bella esperienza che ripeteremo una volta alla settimana.
sentitamente ringrazio

adesso scappo, che vado ad annaffiare il mio "germoglio"

martedì 3 giugno 2008

il topo firmino e la legge morale dentro di me

in questi giorni mi sto appassionando nella lettura del libro di sam savage "firmino" che narra la storia di un topo che si sentiva tanto diverso dai suoi simili, amava tanto leggere divorando libri su libri e che, come massima aspirazione, aveva quella di intessere rapporti significativi con gli esseri umani. firmino viene più volte ferito dall'interazione con gli uomini che vedono in lui semplicemente un ratto. ma lui non si da per vinto...è pieno di desideri nella sua vita

"senza bellezze, un roditore immalinconito dalla solitudine, al capolinea delle illusioni, che rimugina sulla natura della propria disperazione. il resto della sua famiglia, in un certo senso, aveva avuto fortuna. grazie a un'immaginazione da nanerottoli e a una memoria corta,non chiedevano molto, più che altro soltanto mangiare e fornicare. e ne avevano avuto abbastanza per tutta la loro esistenza. ma non era questa la vita che faceva per me. come un idiota, io avevo delle aspirazioni"

leggendo questo libro mi sono messo a riflettere appollaiato sulla sdraio della mia terrazza: se sei topo non devi per forza comportarti come tale in tutto e per tutto. da gay spesso mi sento come firmino, poco aderente ad una cultura gay (ma esiste una cultura gay!? e se si e soprattutto se è quella che mi si para davanti...mi si accappona la pelle!!! ), incapace di aderire a pieno ad uno stile di vita da fast food in tutto (anaffettività, a/p, io mi basto da solo, top/bottom, let's party it's saturday night, M/L/XL). in fondo non riesco a lasciarmi incantare dal bagliore di questi specchietti. lo dico sapendo che ho sgomberato il campo da possibili conati di omofobia interiorizzata. io come firmino ho delle aspirazioni. mi è chiaro!
e la cosa bella è che, firmino da una parte ma anche il cielo assolato o stellato di questi giorni, mi hanno fatto intuire che la solidità della mia vita risiede in quella legge morale che so di avere dentro di me.

sono io, diverso, stabile nel mio vacillare, con dei puntelli dentro di me che sembrano spezzarsi ma che tengono alle sollecitazioni, in atto ma anche in potenza.
questo non mi fa essere autosufficiente nel senzo di disinteressato al mondo anzi mi apre ad esso ma non mi si chiede di caricare le persone, le situazioni e le cose di quei significati e di quelle aspettative che non devono avere o che alle volte neanche hanno.
è stata la scoperta di un bel "germoglio" che adesso va coltivato, annaffiato, spuntato dove serve per poter incontrare il mondo e non la mia proiezione di esso.

finito di mettere in ordine i mie pensieri, prima di postare, vado sul sito col mio oroscopo preferito e vedi cosa vi leggo del mio segno:
Nei suoi diari Sylvia Plath ha scritto che ci sono due modi per essere liberi dai desideri. Il primo è quando sei "morto e marcio dentro e il mondo ti sembra vuoto". Il secondo è quando sei "così pieno e ricco di mondi interiori che non hai bisogno del mondo esterno per essere felice, visto che emani gioia dal profondo del tuo essere". In passato, Pesci, hai incontrato quel mondo morto e marcio. Ma ora sei in una fase in cui prevalgono la pienezza e la ricchezza. In questo periodo di grazia, non avrai bisogno di nulla oltre a quello che già hai. Vuoi un consiglio? Comincia a festeggiare!

:-)

chiedersi come mai (sud sound system feat. neffa)

la legge morale dentro di me e il cielo "nuvoloso" sopra di me

succede che alle volte ti affanni per organizzare la tua vita, pensare a momenti di convivialità preconfezionati, gestiti con dettaglio, realizzati seguando un copione. poi in un caldo pomeriggio di inizio giugno, si intrecciano frammenti di vita di persone a te vicine. ed inaspettatamente sei partecipe di uno scambio che non ti aspetti. da nude comunicazioni (una telefonata, un contatto msn, un orlo dalla terrazza) si generano delle interazioni che ti riempiono di sentita empatia e riesci a comunicare semplicemente vivendo. un vino rosso caldo stemperato improvvisatamente con ghiaccio, una melanzana che diventa un prelibato primo piatto e tante emozioni da comunicarsi, fanno di una serata non programmata uno spazio che ti riempie e ti comprende. quante cose ho intuito sotto questo cielo "nuvoloso" che stava sopra di noi. quanta forza mi viene dall'iterazione con gli esseri umani. quanta bella gente sui miei cammini imperfetti. l'odore di voi sui miei maglioni riempiono questa notte. mi addormento pieno di voi! thanks god for my friends :-)

lunedì 2 giugno 2008

uno sconosciuto risveglio

stamattina mi sveglio e cosa mi succede, non mi trovo solo nel letto. accanto a me la solitudine.
ma come è successo? come ha fatto ad entrare a casa mia e a ficcarsi nel letto senza che mi accorgessi?
io che ormai da qualche mese mi ero abituato a dormire da solo, abbracciato ad uno dei miei due cuscini, mi ritrovo questo sconosciuto che mi chiede di essere spupazzato, coccolato...e magari aveva anche voglia di fare due salti con me!
no, mi sa che era troppo per me oggi.
mille cose da fare, pieno di impegni, il mondo che aspetta me per poter girare al giusto ritmo, gli stabilimenti balneari pullulanti nell'attesa che io vada ad aprire gli ombrelloni e le sdraio per tutti i natanti in cerca dell'agognata tintarella.
scusami ma non è aria, vedi di farti un giro!
non mi manca niente, sto così bene così come sto che non vorrai mica insinuarti in quel minuscolo pertugio che porta dritto in quella enorme cavità carsica che, se non ricordo male da riminiscenze geologiche, dovrebbe chiamarsi cuore?

instabile

Io non sopporto vivere, senza obiettivi
senza nascondere si sa, che siamo cattivi
in queste notti le domande, sono risposte
e le parole che mi dai, sono rimaste
le uniche oramai, a sostenere, le mie paure
a intrappolare ma,
io non ho più,
stabilità da vendere
non lo so cos'è la rabbia dentro me
che mi porta ad essere
lontano ancora
che mi libera da te, e mi rende instabile.
non mi domando più chi sei, ormai da tempo
ma non è certo la realtà che sto vivendo
è l'unica oramai a sostenere, le mie illusioni
sei tu amore,
io non ho più stabilità da vendere
non lo so cos'è, la rabbia dentro me
che mi porta ad essere, lontano, ancora
che mi libera da te e mi rende instabile, instabile
che mi libera da te e mi rende, instabile.

domenica 1 giugno 2008

chi va con lo zoppo...

ecco il mio primo vero post, il primo tra tanti che spero, con la costanza che non ho, riuscirò a scrivere la sera prima di andare a dormire. da qualche ora, preso dal desiderio di comunicarmi delle cose mettendo ordine nel quazzabuglio che ho in testa, mi sono venuti in mente vari temi ma ne ho scelto uno per evitare intrecci di pensieri e parole che legherebbero la mia testa come in una sessione di bondage in un bordello di amsterdam.
il tema è lo zoppo e l'imparare a zoppicare....mi spiego meglio! da qualche giorno sto riflettendo sul fatto che le persone che mi vanno più a genio e che conseguentemente frequento, con cui condivido diversi momenti della mia vita, mi confido, ecc...sono delle persone diciamo sui generis nel modo di pensare, vivere, atteggiarsi, affrontare le questioni di cuore. insomma in tutto (anche se con sfumature e coloriture diverse)! e questo è un fronte; dall'altro ci sono io che mi vedrei bene nel ruolo di ciellino eterosessuale, tutto assennato, buono buonino, dalle idee mai scomposte e retto in ogni propria azione. ma in questi giorni mi sa che questo teatrino traballante con le travi marcie sta venendo giù per fare spazio ad una nuova struttura, non so se più avvenieristica ma di certo diversa. insomma devo abbandonare questa idealizzazione di me per arrendermi al fatto che in fondo non sono tanto diverso dalle persone che mi piace tanto frequentare perchè è con loro che mi trovo a mio agio. avremo qualche idea diversa ma di fondo abbiamo un approccio molto sperimentale nei confronti della vita, mai preconfezionato come la lasagna da micronde del discount cracoviano dove amo di solito andare, un approccio sempre in bilico tra delirio ed instabilità. ma come può un aspirante ciellino etero poter essere attratto da così meravigliosa fauna? non sarà forse che chi va con lo zoppo...è zoppo anch'esso?

alcune mie poesie

#1
sul parabrezza
il fango stagnante da giorni
sulle strisce pedonali
minaccia di nuova pioggia
e non basta il tergicristallo a chiarire

#2
l'onda si infrange
sulle nostre paure
la morte
matura
dimentica

#3
gesti senza azioni
un racconto senza cura
una maschera
lo specchio è ricucito

#4
percorro distratto
la curva di una strada
che non si raddrizzerà
mai

#5
il buoi
appesantisce i passi
sicuri di non vedere
nella certezza del vuoto

#6
il salto del silenzio
un'inquitudine perfetta
poi l'armonia di un buoi metallico
l'inizio

un blog di rinascita

eccomi qui a scrivere anche io su un blog. non mi sembra vero che anche io ne ho uno. ed è stato pure facilissimo realizzarlo (tutta colpa di carosella)
l'unico motivo per cui scrivo? ho le viscere in un sereno scombussolamento da elaborazione traumatica da sentimenti confusi e quindi voglio potermi scrivere tutto quello che non sono in grado di dirmi...
non è poco, non è tanto ma sono qui!
morendo alla mia ritrosia tecnologica, sento che ho una speranza di rinascita :-)